domenica 31 gennaio 2016

Uno strano gennaio


Oggi è l'ultimo dei giorni della merla, ma la temperatura raggiunge i 14° C, infrangendo la tradizione che vorrebbe questo il perido più freddo dell'anno. C'è poco da stare allegri però, quanto meno per l'inquinamento dell'aria.

Il ciclo della vegetazione appare ancora nella quiescenza invernale, frenato forse dalla prolungata la siccità. Sono fioriti rari bucaneve e qualche esemplare di altra specie, probabilmente non autoctona.  Fra gli alberi i noccioli hanno cominciano a fiorire.
 

Poche piantine di bucaneve (Galanthus nivalis) sono nel bosco vecchio. Di anno in anno sembrano aumentare.

La zona delle risorgive - il Cavo Litta


Ci accoglie qui un getto di campanellino appena spuntanto. Per ora è l'unico. Fra la via Caloggio e il Cavo Litta il Parco delle Groane ha eliminato molte robinie e ha piantato: farnie, ontani, frassini e ciliegi selvatici.
I volontari provvedono ad eliminare vari rifiuti.


Sono stati tagliati gli alberi prospicienti la via Caloggio,
più che quelli a ridosso della risorgiva

Un tratto delle nuova piantumazione

Il cavo Litta è rifornito d'acqua dal secondario del Villoresi

Il canaletto che immette l'acqua nel cavo Litta

Una robinia riversa sull'argine.  Nell'acqua si aggira una
coppia di germani, che non ama fari fotografare
Su un ramo di nocciolo è rimasto un hair tube utlizzato
recentemente per rilevare la presenza di scoiattoli che al
Caloggio non si sono mai visti, ma che potrebbero arrivare




Presso la testa del cavo e nei dintorni in questa stagione rispunta abbondante la consolida.


Proseguiamo verso l'ex invaso

Consolida anche sul sentiero parallelo alla risorgiva

Ciuffi verdissimi di erba cipollina

L'ex invaso

L'ex invaso, a differenza delle risorgive, riceve acqua esclusivamente dalla falda, che in questo periodo si è abbassata, o dalla pioggia. Il fondo è completamente asciutto.

L'ex invaso visto dal sentiero che lo costeggia a nord

Uno spezzone di pioppo cipressino ripiegato. Morto da
anni e in avanzata decomposizione, fino a qualche tempo fa
eraancora  eretto. Il legno morto è utile alla biodiversità.
Aggiriamo l'ex invaso fino a riaggiungere il lato sud


Al centro del bacino asciutto si gode il sole e la tranquillità... 
un felino domestico


Il Cavo Porro

Anche il Cavo Porro è pieno d'acqua. La superficie è parzialmente giacciata. Il ponte che lo scavalca è ulteriormente franato e intransitabile.


  É stato aperto un nuovo sentiero che permette di aggirare la risorgiva passando a sud, presso la via Verdi.

   
Qui qualche "genio dell'ecologia" ha cortesemente depositato
un bel sacco di immondizia.
Cartoni per pizza!
.

La risorgiva vista dalla via Verdi.
Sullo sfondo il ponte interrotto
Ci addentiamo nel "bosco dei bambini", da tempo rimasto isolato, privo delle cure e della manutenzione dei volontari e più facilmente accessible solo da poco, grazie al nuovo passaggio. Qui la vegetazione è cresciuta a dismisura e i sentieri sono impraticabili. In quella che una volta era una radura sono cresciuti fittissimi aceri negundi, alloctoni e infestanti.  Sembra che la zona sarà interessata da prossimi lavori del Parco.

Infiorescenze maschili di nocciolo


Campanellini estivi (da verificare) di qualche strana varietà
sono in fiore. Non si tratta di esemplari autoctoni. Nell'oasi ci
sono altri campanellini estivi che fioriscono ben più avanti. 



I sambuchi portano,  anche in pieno inverno, alcune foglie nuove e verdi.

Il ponticello chiuso sul Cavo Porro visto da ovest


Un frutto "tardivo" del cappello del prete. Di solito il seme si stacca prima. 

L'oasi


Lasciamo la zona delle risorgive e attraversiamo, un po' di fretta, l'oasi. Da vedere ci sarebbe sempre molto, ma occorrerebbero tempo e pazienza. Di appariscente non c'è molto, ma...


Al centro del bosco vecchio una piccola popolazione di bucaneve è in fiore. La neve potrebbe sempre arrivare.

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Il legno morto di una quercia giace qui da quando è nata l'oasi, da oltre 20 anni

Nella zona dei campanellini invernali, non si vede spuntare ancora nulla.

Un piccolo ontano, mascotte dell'oasi, cresce
lentamente, forse perchè ombreggiato da robinie.   
Nel tratto dove l'oasi sbocca verso il prato umido i vontari sono impegnati a ripulire il sottobosco. Oggi faranno un grande lavoro: taglio delle piante alloctone che ostacolavano la crescita delle piante autoctone su tutto il lato nord

Assistiamo qui a una "battaglia aerea" o meglio di mobbing fra due cornacchie e un rapace, forse una poiana. Le cornacchie scacciano il rapace. Troppo lontane per una foto decente. 

Dal prato umido seguendo il Nirone

Attraversiamo il "prato umido",  raggiungiamo il Nirone nell'ansa e più avanti alla curva dove inizia il sentiero dei biancospini. Le acque sembrano limpide. La siepe dei biancospini è ora affiancata da una rete. Uno dei grandi pioppi morti è schiantato al suolo. 

Il prato umido guardando verso nord.

Il Norine scorre tranquillo. Il fondo si vede bene.


L'ammasso di rami del vecchio pioppo schiantato

Il canale scolmatore (CSNO)


Proseguono i lavori di ampliamento. Un nuovo ponte, con la luce più ampia, si prepara ad accogliere le acque del Nirone in sostituzione di quello vecchio. Il Nirone scavalca il Canale Scolmatore. Più aoc vest è stato rifatto anche il ponte pedonale.



Sullo sfondo a est il ponte ferroviario

A ovest il nuovo ponte pedonale

Il manufatto che con una cascatella reimmette a valle l'acqua nel Nirone
 dovrà essere modificato


Il ritorno

Il prato umido visto da nord. Sullo sfondo le due grandi farnie dell'oasi.

Un nocciolo in fiore presso una farnia nel prato della panchina

Bacche di rosa

Due piante di Arum presso il ponticello